mercoledì 20 novembre 2019

Porte WAN, cosa sono e a cosa servono

Molti dispositivi di rete quali router, firewall e switch dispongono di una o più porte WAN, ma a cosa servono e in cosa si differenziano dalle porte LAN?
Switch di rete con porte LAN e WAN
Bisogna tenere in considerazione intanto che, sebbene spesso siano integrati nello stesso dispositivo, modem e router non sono la stessa cosa, partendo da questa premessa, la porta WAN serve proprio per collegare il dispositivo ad un modem.
La porta WAN viene dunque usata spesso per creare sottoreti o per "bypassare" i modem/router poco performanti forniti dagli ISP usandone quindi uno proprio.
Se da un lato usare le porte WAN consente di estendere la propria rete, dall'altro complica un po' la configurazione, ogni volta che si fa un collegamento tramite porta WAN, tutto quello che viene collegato poi alle porte LAN dello stesso dispositivo dovrà avere una classe di indirizzi IP diversa da quella precedente.
Per fare un esempio, i modem/router forniti dagli ISP generalmente stanno sulla classe di indirizzi IP 192.168.1.1/254, se in sequenza si mette un secondo router tutti i dispositivi collegati poi in LAN dovranno avere ad esempio la classe di indirizzi IP 192.168.2.1/254. Solo nel caso in cui il secondo router abbia la possibilità di essere utilizzato come Access Point puro sarà possibile utilizzare per tutti i dispositivi ad esso collegati tramite porte LAN la stessa classe di indirizzi di quella del primo modem/router. Dunque la differenza tra le porte WAN e le porte LAN, volendo semplificare al massimo, è questa, le prime vanno collegate verso internet, mentre le seconde verso i vari devices della rete interna; tutto questo sarà più facile da ricordare se si pensa che la più grande rete WAN è proprio internet.

lunedì 21 ottobre 2019

Recupero dati da HardDisk danneggiato con Windows 10

A quanti è successo di non riuscire più a far partire il computer perché il disco era danneggiato?
Uno degli incubi peggiori per molti utilizzatori di PC e laptop, perdere irrimediabilmente tutti i dati.
Ovvio, esistono tantissimi software che promettono il recupero almeno parziale dei dati contenuti in HardDisk danneggiati, ma se bastasse una semplice procedura inclusa nel sistema operativo non sarebbe più comodo?
Retro di un HardDisk

In effetti Windows 10 permette il ripristino di dischi danneggiati, la procedura è semplice ma lunga, ma se non si ha fretta vale la pena tentare.
Per prima cosa bisogna specificare che la procedura di ripristino funziona con la sola versione PRO di Windows 10, quindi sarà necessario disporre di un PC funzionante proprio con questa versione del sistema operativo.
Dopo essersi assicurati che il PC sia spento e con il cavo di alimentazione staccato bisognerà aprire il case e collegare i due connettori sATA al disco danneggiato (deve essere collegato in parallelo al disco con Windows installato).
A questo punto si può accendere il PC ed aprire l'applicativo "gestione dischi" reperibile nelle sottocartelle del pannello di controllo o cercandolo direttamente nella barra di ricerca di Cortana.
Ora dovrebbero essere visibili entrambi i dischi, quello danneggiato è riconoscibile dal filesystem utilizzato che è di tipo RAW mentre i dischi funzionanti hanno filesystem NTFS o FAT32.
Provare ad aprire la cartella del disco sarebbe ovviamente inutile in quanto il sistema restituirebbe un messaggio di errore, tuttavia a questo punto sarà sufficiente riavviare il computer, in questo modo, subito dopo il caricamento del BIOS partirà automaticamente la procedura di ripristino del disco danneggiato, una schermata nera con scritte bianche che indicano il numero di file da recuperare e la percentuale di progresso del lavoro.
Al termine delle operazioni di ripristino il sistema caricherà automaticamente il sistema operativo ed a questo punto sarà possibile aprire il disco che era danneggiato per recuperarne i file al suo interno.