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mercoledì 10 febbraio 2021

Baule da tetto, ecco una soluzione salvaspazio

 Il sogno di molti uomini, ma anche tante donne, è quello di avere un garage spazioso in cui, oltre a parcheggiare la macchina, si possa magari allestire un angolo dedicato ai lavori di fai da te ed un soppalco capiente dove poter dar sfogo all'accumulazione seriale.

Purtroppo tocca sempre fare i conti con la realtà, se all'inizio il garage sembra immenso, man mano che si riempie ci si rende conto che lo spazio non basta mai.

Proprio così, è toccato anche a me, dopo mesi sono finalmente riuscito a ordinare tutto, mi manca solo una cosa... il baule da tetto della macchina, non so proprio dove metterlo, penso quasi di arrendermi, ma poi il colpo di genio, ho ancora un po' di soffitto libero!

Ho creato quindi una struttura a carrucola capace di tenermi ancorato al soffitto il baule. 

Box-tetto-sistema-soffitto

Il progetto è semplice da realizzare, da un lato sono ancorate a soffitto due staffette a U chiuse con un bullone passante, dal lato opposto due carrucoline fisse con ruota in nylon, i tiranti sono realizzati invece con una corda del diametro di 5 mm. Infine, sul muro dal lato delle carrucole bisogna fissare un gancio che servirà a tenere in trazione la corda. Per avere la possibilità di uno sgancio rapido, dal lato delle staffette a U la corda non è attaccata direttamente, ma per mezzo di due moschettoni.

L'idea l'ho presa da un sistema simile utilizzato per appendere le bici ed è un'ottima soluzione salvaspazio.

Prima di realizzare il sistema bisogna solo assicurarsi che, una volta montato, il baule non impedisca la completa apertura del portone, soprattutto nel caso di porte basculanti, nel mio caso ho infatti dovuto sistemare il baule sfruttando la larghezza del garage piuttosto che la lunghezza, questo perché non avrei avuto sufficiente spazio tra la fine del soppalco e la completa apertura del portone basculante.

Poter sistemare il baule con questo sistema sfruttando la profondità del garage ha un grosso vantaggio, per montare il baule sul tettuccio dell'auto basterà parcheggiare sotto di esso e farlo scendere delicatamente fino a farlo appoggiare sulle sbarre portapacchi.

Ovviamente non esistono misure fisse per questa soluzione, ognuno dovrà creare il proprio sistema, questo perché i box da tetto hanno diverse forme e misure, tuttavia un buon metodo è quello di fare riferimento agli attacchi presenti sotto il box stesso, quelli che servono per agganciarlo al tettuccio dell'auto.

Sperando allora di avervi dato utili consigli, buon lavoro a tutti!


venerdì 1 gennaio 2021

Non solo Watt, cosa guardare per scegliere illuminazioni e lampadine.

E così, ogni volta che si deve scegliere una lampadina, un lampadario ed illuminazioni varie, la domanda è sempre la stessa: ma quanta luce farà?

Icona-lampdina
Icona di una lampadina

Quindi si rischia di passare ore nei reparti illuminazione dei negozi per scegliere fra decine di prodotti che, all'apparenza, sembrano tutti uguali, ma cosa guardare allora per scegliere senza sbagliare?

Il primo "filtro" da applicare alla ricerca è sicuramente quello del tipo di attacco, E14 ed E27 sono quelli a vite, GU10, r7s, ecc., questi sono solo alcuni, forse i più diffusi, ma esistono davvero molti attacchi.

La seconda cosa da guardare per avere la giusta illuminazione è la potenza, questa è espressa in Watt (W), con le vecchie lampadine alogene o, ancora prima, quelle a filamento di tungsteno, era facile avere un' idea perché erano ben suddivise in fasce di potenza 20W, 40W, 50W, 60W e via così, ma oggi, con le lampadine a LED, le differenze di potenza dall'una all'altra lampadina sono minime. Resta un punto fermo tuttavia, tendenzialmente, se i watt sono più alti, la luce sarà più forte.

Altro dato importante quando si parla di illuminazioni sono i Lumen, la definizione tecnica è piuttosto complessa, ma volendo ridurre tutto ad una definizione semplice si può dire che il Lumen è l'unità di misura del fascio luminoso emesso e di conseguenza, a parità di Watt, una lampadina con più lumen darà una migliore illuminazione. Questo dato è importante sia per lampadine a risparmio e neon che per lampadine ed illuminazioni a LED.

Esiste infine un ultimo dato da guardare, anche se più legato ad una questione di gusto personale. La luce emessa dalle illuminazioni a LED può essere molto diversa anche fra due lampadine apparentemente uguali, si parla di temperatura ed è il colore della luce bianca emessa. La luce bianca del LED può infatti essere più gialla (luce calda) se la sua temperatura è inferiore ai 4000k (Kelvin) oppure più azzurra (luce fredda) se ha una temperatura superiore ai 5000k, tutto quello che sta in mezzo è a luce bianca naturale.

lunedì 2 dicembre 2019

Stratture in cartongesso

Il cartongesso è un materiale da costruzione che si presta a molteplici scopi grazie al suo peso ridotto rispetto ad altri materiali e grazie alla facilità di modellazione.
È formato da due strati di cartone al cui interno si trova uno strato di gesso compresso e si trova in pannelli di dimensioni e spessori diversi.
Sono anche disponibili pannelli di cartongesso adatti ad ambienti particolari come, ad esempio, quelli ignifughi.
Centrovolta in cartongesso con luci a led
Il cartongesso è principalmente utilizzato per realizzare pareti divisorie, controsoffitti e centrovolta, librerie e armadi a muro.
La costruzione di una qualunque struttura in cartongesso richiede grande precisione nelle misure e nell'esecuzione, questo per evitare pericolosi cedimenti strutturali o difetti puramente estetici.
Per prima cosa bisogna scegliere come realizzare la struttura portante, lo scheletro, infatti è possibile utilizzare listelli di legno o apposite guide in alluminio, in base a questo cambieranno le viti da utilizzare, autofilettanti da legno o da metallo.
In ogni caso, se si vogliono realizzare elementi curvati sarà necessario utilizzare le "vertebre" speciali profili appositi per questo scopo.
Nella costruzione della struttura portante bisognerà assicurarsi che questa sia saldamente fissata ai muri, pavimenti o soffitti e di inserire sufficienti sostegni orizzontali e verticali per poter ancorare saldamente tutti i pannelli di cartongesso alla struttura stessa, ma bisognerà anche prevedere l'installazione di eventuali canaline elettriche, carichi e scarichi di acque, porte o elementi sospesi particolarmente pesanti, questo perché uno strato di cartongesso non potrà reggere gli urti provocati dall'apertura e chiusura di una porta o il peso di un televisore in assenza di una apposita struttura di sostegno anche per questi elementi.
Per quanto riguarda gli impianti elettrici realizzati in cartongesso esistono apposite scatole portafrutto e di derivazione.
Una volta realizzata la struttura si potranno tagliare i pannelli di cartongesso della misura desiderata per poi fissarli allo scheletro e si potranno praticare fori e tagli per tubi elettrici, scatole di derivazione e tubi idraulici. Per tagliare i vari elementi di cartongesso è sufficiente un cutter con lama ben affilata, mentre per fissarli allo scheletro sarà necessario usare l'avvitatore con bassa velocità di giri in modo da potersi fermare appena la testa della vite è sotto la superficie della lastra.
Centrovolta in cartongesso con luci a led
Ultimata la struttura con l'apposizione delle lastre di cartongesso si può passare alla rifinitura stuccando fessure tra pannelli e fori delle viti ed utilizzando apposito nastro adesivo retinato se necessario.
Una volta che le stuccature saranno asciutte si potrà passare alla carteggiatura e tinteggiatura finale.

venerdì 5 aprile 2019

I sifoni

I sifoni sono elementi degli impianti idraulici che vengono applicati agli scarichi domestici, ne esistono diversi tipi, a collo d'oca, a bottiglia o a pozzetto, tutti accomunati dall'avere una zona di ristagno dell'acqua che ostruisce completamente il passaggio formando una sorta di "tappo".
Sifone a collo d'oca sotto lavandino
I sifoni hanno una doppia funzione, quella principale è di evitare la risalita di cattivi odori dalla colonna condominiale fino agli scarichi dei singoli sanitari, la seconda funzione invece è quella di raccogliere piccoli oggetti che, inavvertitamente, possono cadere negli scarichi e, grazie al peso, tendono a depositarsi sul fondo del sifone stesso rimanendo intrappolati.
Sia per garantire una facile pulizia, sia per recuperare eventuali oggetti finiti nello scarico, i modelli dei sifoni in commercio sono caratterizzati dalla facilità di smontaggio o di ispezione.
Rosone di sifone a pavimento
Discorso a parte invece per i sifoni a pozzetto, detti anche "cassette sifonate", sono presenti nei bagni più vecchi, si trovano al di sotto del pavimento ma visibili in quanto coperti da una piastra circolare metallica ovvero un rosone.
I sifoni a pozzetto erano realizzati in piombo come tutte le tubazioni di scarico e per questo molto delicati, inoltre il tappo era a vite realizzato in ottone e per ispezionarlo è necessaria una chiave apposita. Vista la delicatezza delle scatole sifonate in piombo e poichè spesso causano perdite e danni agli alloggi sottostanti, oggi vengono sostituite con la versione in plastica, il tappo di ispezione non è più a vite ma ad espansione così da rendere più sicura e facile la pulizia del sifone.

domenica 20 gennaio 2019

Sostituzione di piastrelle

Che siano di un pavimento o su un muro, può capitare che le piastrelle presentino crepe o rotture, magari in seguito all'assestamento del palazzo nel caso di costruzione recente, oppure in seguito ad urti con oggetti pesanti.
Piastrelle con una sostituita e diversa
Sostituirle è piuttosto semplice e veloce.
Per prima cosa il materiale, acquistabile in qualunque negozio di fai da te e bricolage, si tratta di:
  • Una mazzetta
  • Uno scalpellino per muratura con la punta piatta e sottile
  • Colla per piastelle
  • Cemento o stucco
Una volta acquistato il materiale si procode con la sostituzione delle piastrelle, per iniziare bisogna rimuovere quelle crepate o rotte, per farlo ci si serve della mazzetta e dello scalpello.
Bisogna frantumare la piastrella da rimuovere e, per non rischiare di rovinare quelle circostanti, si parte dal centro facendo attenzione e battendo piano con la mazzetta sullo scalpello quando si arriva sui bordi.
Una volta rimossa la piastrella bisogna ancora rimuovere tutta la vecchia colla, sempre con mazzetta e scalpello e sempre facendo attenzione a non colpire le piastrelle vicine.
Adesso è possibile incollare la nuova piastrella, basta preparare la colla per piastrelle e spalmarne un po' su tutto il retro, poi si posiziona la piastrella, verificando che sia allo stesso livello di quelle vicine, in caso contrario bisognerà rimuovere o aggiungere colla.
Quando la colla sarà asciutta si potranno ripristinare anche le fughe della piastrella sostituita, se le altre fughe sono chiare si userà lo stucco, se invece sono grigie si può utilizzare il cemento.

mercoledì 12 dicembre 2018

Dai neon ai LED

Certamente i tubi al neon sono state le lampade a fluorescenza maggiormente usate sia in ambito civile che industriale e sono tutt'ora ampiamente presenti in qualunque tipo di ambiente, ma se si volesse convertire una plafoniera per tubi al neon in una lampada a LED?
I metodi ci sono, sono tutti semplici e soprattutto costano poco, ad esempio esistono in commercio i Tubi a LED, sono molto simili ai tubi al neon, hanno gli stessi connettori, ma sono interamente realizzati in materiale plastico opaco tipo opalina, bisogna solo ricordarsi di rimuovere lo starter prima di installarli altrimenti il tubo a led lampeggerebbe di continuo e rischierebbe di bruciarsi. Anche se il costo dei tubi a LED è alto, se ne trovano in commercio fra i 5 ed i 15 euro in base ai Watt ed alle misure, l'utilizzo di questi non prevede di sostituire il reattore ovvero l'alimentatore usato normalmente per i tubi al neon.
trasformazione di lampada al neon in lampada a LED
Esiste anche la possibilità di convertire la plafoniera dei neon applicando direttamente delle strisce di LED all'interno della stessa. Per farlo, dopo aver rimosso la copertura trasparente, due ganci in plastica permettono di accedere alla parte sottostante della lampada dove si trovano la base per lo starter, il reattore ed i cablaggi che arrivano ai connettori dei tubi. Tutti i componenti possono essere rimossi, solo il reattore verrà sostituito con un apposito trasformatore a 12V chiamato driver LED. Il cablaggio della lampada sarà quindi formato esclusivamente dal cavo di alimentazione e dai due fili (+ e - ) che andranno ad alimentare una o più strisce di LED posizionate nella parte superiore della plafoniera.

In alternativa è possibile autocostruire i propri tubi a LED, anche in questo caso bisogna accedere alla parte sottostante della plafoniera e rimuovere tutti i componenti installando poi un driver LED.
Per sapere come costruire un tubo a LED è possibile leggere il mio articolo cliccando QUI!

giovedì 1 novembre 2018

Creare una antenna Wi-Fi direzionale

Qualunque dispositivo dotato oggi di scheda di rete integra al suo interno la relativa antenna Wi-Fi. Le antenne generalmente integrate sono di tipo omnidirezionale ovvero in grado di ricevere e trasmetterere informazioni a 360 gradi intorno a loro.
Questo tipo di antenna è comoda perchè permette installazioni e connessioni molto flessibili non avendo vincoli di posizionamento, tuttavia hanno un raggio d'azione piuttosto ridotto che si riduce ulteriormente e drasticamente in presenza di ostacoli.
Logo di connessione Wi-Fi
Esistono però antenne Wi-Fi capaci di trasmettere e ricevere informazioni a centinaia di metri, particolarmente adatte se si devono realizzare "ponti radio" ad esempio fra due balconi o da un lato all'altro di un piazzale.
Si chiamano antenne direzionali, queste devono essere posizionate e orientate correttamente per funzionare in quanto i dati vengono inviati e ricevuti in una sola direzione, a fronte di un'installazione più complicata si ha una comunicazione a distanza più elevata.
Costruire un' antenna direzionale "fai da te" è semplice e costa pochissimo, ne esistono diversi tipi, alcune si possono costruire con un cavo coassiale ed una lattina per alimenti o tubi di patatine, questo tipo di antenna si adatta bene su modem o schede di rete con antenna esterna per via del connettore da usare per il cavo coassiale.
Se invece si vuole costruire un' antenna direzionale con connessione USB ecco come fare.
Per prima cosa bisogna procurarsi il materiale:

  • Penna Wi-Fi USB (si comprano per pochissimi euro sia on-line che in qualunque negozio di elettronica)
  • Un colino da cucina con manico in plastica o legno
  • Una prolunga USB con connettori di tipo A (il più classico)
Ed ecco come procedere, per prima cosa bisogna installare la penna Wi-Fi USB sul proprio computer, solitamente sono "plug and play" ovvero è sufficiente collegarle alla porta USB del computer per installarle, ma per sistemi operativi vecchi potrebbe essere necessario installare un programma da CD.
Installata la penna Wi-Fi si può scollegare e fissare al manico del colino facendo in modo che il centro del dispositivo resti più o meno al centro della rete metallica. Per il fissaggio si può usare un elastico o del nastro isolante.
Infine bisogna collegare la prolunga USB alla penna ed al computer e indirizzarla verso il modem o l'antenna a cui collegarsi.
Per verificare il corretto orientamento basta aprire lo stato delle connessioni sul computer e controllare il dato relativo alla potenza del segnale.

mercoledì 19 settembre 2018

Costruire un' insegna a bandiera a led

Le insegne a bandiera offrono ottima visibilità per tutte le attività commerciali e volendone creare una propria illuminata a LED ecco come fare.
Prototipo di insegna in plexiglass e led

Per prima cosa bisogna procurarsi le lettere che comporranno la scritta, i materiali migliori a tale scopo sono il plexiglass (trasparente) o l'opalina (bianco opaco), volendo una scritta colorata è possibile apporre su entrambi i materiali alcune pellicole colorate e trasparenti.
Per procurarsi la scritta è possibile rivolgersi a varie attività che forniscono lastre e tubi in materie plastiche e plexiglass.

Infine bisogna procurarsi una striscia di led lunga almeno due volte la scritta, due spezzoni di piattina elettrica con cavi da 0,75mm massimo, due profili a U in alluminio, uno con dimensioni 1X1,5 cm e l'altro di 1,5X1,5 cm e una barretta filettata con quattro dadi.

A questo punto è possibile passare all'assemblaggio del tutto ed ecco come procedere, si comincia tagliando due pezzi uguali della striscia a led e saldando i due spezzoni di piattina elettrica, è fondamentale ricordarsi quale filo è collegato al positivo e quale al negativo quindi, se i due fili della piattina sono dello stesso colore è possibile lasciarne uno dei due leggermente più corto dell'altro. È consigliabile coprire il punto della saldatura con della guaina termorestringente.
Adesso bisogna tagliare due pezzi lunghi quanto la scritta dal profilo a U da 1X1,5, praticare due forellini alle estremità in cui successivamente dovrà passare la barretta filettata ed applicare i led tra i due fori.
Per completare l'assemblaggio bisogna comporre la scritta infilando le lettere di plexiglass nel profilo a U precedentemente preparato con i led e unire i due profili a U con due pezzi della barretta filettata e stretti con i bulloni.
Il profilo a U avanzato, quello da 1,5X1,5 cm, servirà proprio per coprire la barretta filettata ai due lati della scritta e per dare la stessa finitura a tutta la cornice.
A questo punto l'insegna a bandiera è pronta e può essere installata.
Infine alcuni consigli, scegliere un carattere con linee sottili per la scritta è consigliabile per avere meno resistenza al vento e quindi rischio di rottura più basso, inoltre più la scritta sporge dal muro e più serviranno sostegni resistenti. L'ultimo consiglio è di usare due spezzoni di cavo lunghi abbastanza da arrivare al trasformatore 12V senza bisogno di giunte.

lunedì 16 luglio 2018

Costruire un lampadario

Diventati ormai veri e propri pezzi d'arredamento, i lampadari devono essere belli esteticamente e devono adattarsi al resto dell'arredamento della casa, oltre che essere funzionali.
Per i più esigenti, quelli che non riescono a trovare il lampadario giusto per il soggiorno o la plafoniera ideale per la cucina, ecco alcuni spunti per costruire un lampadario perfetto.
Tre lampadari costruiti con il fai da te
Per prima cosa bisogna scegliere la forma, rotonda, rettangolare, quadrata, tubolare, ovale, ecc.
Scelta la forma da dare al nuovo lampadario si passa alla scelta dei materiali, certo ci si può rivolgere ad un fabbro per ferro o alluminio, ma se si vogliono contenere i costi è consigliabile optare per altre scelte, in particolare il legno ed il plexiglass; entrambi possono essere facilmente reperiti nei negozi di bricolage e hobbystica, molti offrono anche il servizio di taglio, tuttavia, se si vuole costruire un lampadario dalle forme moderne e bizzarre è meglio rivolgersi a negozi specializzati, loro hanno tutti i macchinari necessari per il taglio e la sagomatura.
Rivolgersi ai negozi specializzati significa anche poter scegliere le migliori finiture per il proprio lampadario, legno grezzo, laccato o rivestito in vari colori, oppure plexiglass acetato (quello trasparente) od opalina (plexiglass opaco).
Data la forma e lo stile desiderato al lampadario si passa alle scelte tecniche, il tipo di lampadine da usare, led, neon o alogene, il tipo di connettore, quelli a vite (E27 o E14) ed i GU10 (la lampadine da barra), sono quelli più usati, ma ne esistono tantissimi, ed ognuno può essere usato in modo differente. Infine bisognerà scegliere le lampadine giuste, in base al connettore utilizzato si possono usare lampadine meno potenti per un effetto di luce soffusa oppure lampadine più potenti per una migliore illuminazione degli ambienti.
Per le lampadine è anche possibile scegliere il tipo di luce (solitamente indicata come temperatura), gialla o luce calda, bianca (tende all'azzurro) o la luce fredda ed infine, alcune lampadine a led sono disponibili a luce naturale (una via di mezzo tra le due precedenti).
Immaginate il vostro nuovo lampadario come elemento d'arredo e realizzatelo!

martedì 12 giugno 2018

Costruire una powerbank

Sono ormai disponibili a prezzi bassissimi, alcune addirittura si ricaricano con un piccolo pannello solare, ma se voleste costruire in fai da te una piccola powerbank vi spiegherò come fare in questo post.
Bisognerà procurarsi solo un portapile per quattro batterie di tipo AA, ovvero le pile stilo, un cavetto con connettore USB maschio da un lato e micro USB maschio dall'altro e quattro pile stilo ricaricabili.
È possibile reperire tutto il metariale presso un negozio di componenti elettronici oppure, si può ordinare tutto online per pochi euro.
Pile e powerbank
Passando ora alla costruzione vera e propria, bisogna per prima cosa tagliare in due il cavo USB ed eliminare un pezzo di guaina da entrambi i lati tagliati, al suo interno si trovano quattro fili, i colori standard sono rosso, bianco, verde e nero, per costruire la nostra powerbank serviranno solo i cavetti rossi e neri che andranno leggermente spelati.
Ora basta attaccare i due fili neri dei connettori al filo nero del portapile e i fili rossi al rosso del portabile, inserendo le quattro stilo ricaricabili la powerbank è già funzionante.
Collegare l'USB ad un caricabatterie o ad un PC farà ricaricare le pile, mentre collegando uno smartphone al micro USB la carica passerà dalle pile al device.
Raccomando di usare solo pile stilo ricaricabili per due motivi:
1) le normali stilo alkaline danno 1,5V, per quattro batterie si raggiunge una tensione di 6V che può essere dannosa per gli smartphone che invece caricano a 5V, le stilo ricaricabili hanno invece una tensione di 1,2V
2) le stilo alkaline, appunto, non sono ricaricabili, queste potrebbero anche scoppiare una volta poste sotto carica e l'esplosione di una batteria generalmente fa un bel botto.
Volendo si può rendere la powerbank più bella inserendo il portapile in una scatolina di plastica e facendone uscire solo i cavi di ricarica.
Si può anche aumentarne la capacità collegando in pelarallelo (rosso con rosso e nero con nero) più di un portapile.
Infine, per rendere la powerbank più efficiente e sicura, la si può dotare di un piccolo modulo elettronico che segnali lo stato di carica delle pile.
Che dire, provate anche voi a costruirvi una powerbank!

giovedì 7 giugno 2018

Costruire un tubo a LED

I tubi a LED sono i naturali sostituti dei classici tubi al neon, costruirli è più semplice di quanto si possa immaginare ed in questo post spiego come farlo.
Tanto per cominciare, in commercio esistono tubi a LED da sostituire direttamente al neon, basta rimuovere la vecchia lampada, lo starter e montare la nuova lampada, questo però è possibile solo se si ha già una plafoniera con attacchi G13 o G15 ovvero le reglette per tubi al neon.
Con il tubo a LED costruito seguendo questa guida non è necessario invece avere plafoniere o cablaggi particolari.
La lista del materiale è corta:
1) tubo in plaxiglass di diametro 20mm
2) bobina di strip LED
3) bandella di alluminio di larghezza 20mm
4) cavo in rame di diametro 0,5mm
5) saldatore e stagno
6) tappi in gomma di diametro 20mm (quelli che si usano al posto dei feltrini su piedi di sedie e tavoli)
La lunghezza del tubo e della bandella varia in base alla lampada a neon da sostituire, 60cm per sostituire tubi al neon da 18W, 120cm per tubi da 36W o 150cm per neon da 58W.
Plafoniera con tubi a LED
Tutto il materiale può essere acquistato in negozi di bricolage e fai da te, solo i tubi in plexiglass sono più difficili da reperire, ma esistono un pò ovunque negozi specializzati in manufatti di gomma e plastica oppure si possono comprare on-line.
Il costo totale si aggira sui 10 - 15€.
Passando alla costruzione vera e propria, per prima cosa bisogna tagliare 2 strisce uguali della strip LED, in base alla lunghezza della bandella di alluminio, solitamente è possibile tagliare ogni 3 LED.
Ora si possono già saldare i cavi ad una estremità di ognuna delle due file di LED, per nascondere le saldature si può usare della guaina termorestringente, ma la cosa importante è segnare i due cavi collegati al positivo in modo da distinguerli da quelli collegati al negativo, le strip LED vanno poi incollate sulla bandella metallica che, a sua volta, va inserita nel tubo in plexiglass. Infine si sistemano i tappi in gomma alle due estremità del tubo, uno dei due tappi deve essere forato per far passare i cavi di alimentazione dei LED.
Bene, non resta che collegare i cavi ad un trasformatore a 12V per far accendere il nuovo tubo a LED.

mercoledì 23 maggio 2018

Creare una cuccia da un bancale

Sempre più persone dedicano tempo al bricolage e al fai da te per recuperare e riutilizzare oggetti che, altrimenti, andrebbero buttati.
Oggi voglio dare un'idea di come creare una cuccia soffice e comoda per gli amici a quattro zampe partendo da un bancale in legno.
Prima di tutto due misure, i bancali hanno normalmente due misure, 800 X 1200 e 600 X 800, se il vostro animale è di taglia piccola si può optare per la seconda misura.
Una volta scelta la misura della futura cuccia procuratevi il bancale, nelle zone industriali sarà facile trovare chi li vende, ma bisogna procurarsi anche un foglio di compensato spesso circa un centimetro e della stessa dimensione del bancale, un materassino in gommapiuma, sempre della stessa misura del bancale e della stoffa per ricoprire successivamente il materassino, meglio se una stoffa plastificata tipo quella delle tende da balcone. Presso i negozi di fai da te come Bricocenter e Leroy Merlin potrete acquistare il foglio di compensato, la gommapiuma e la stoffa plastificata, meglio acquistare anche una graffettatrice, quelle manuali costano circa una decina di euro, serviranno graffette da 1 cm e da 4 cm.
Ora tutto il materiale è a disposizione e si può procedere con la costruzione vera e propria!
Per prima cosa, i bancali hanno utilizzi industriali e di conseguenza non sono rifiniti e possono presentare irregolarità e schegge di legno, una carteggiata con carta vetro a grana spessa prima e una seconda passata con grana più fine renderà il bancale più bello e sicuro.
A questo punto si può verniciare il bancale, una mano di impregnante al solo scopo di proteggere il legno oppure due mani di smalto, anche solo nella parte che rimarrà a vista, sbizzarritevi per colori e fantasia!
Mentre la vernice sul bancale si asciuga si può assemblare il cuscino, basta sistemare il materassino di gommapiuma sul foglio di compensato, aprire la stoffa plastificata centrando bene sul cuscino e girare tutto sottosopra. Per fissare l'insieme è sufficiente tirare bene la stoffa e fissarla con la graffettatrice usando le graffette da 1 cm, fatto questo sui 4 lati il cuscino è pronto!
Ora si può semplicemente appoggiare il cuscino sul bancale asciutto, ma per evitare che possa spostarsi basterà graffettare il bordo del cuscino appena creato su almeno 3 lati del bancale usando le graffette da 4 cm.
Bancale trasformato in cuccia per animali
Ecco il nuovo giaciglio per l'amico a 4 zampe!

domenica 22 aprile 2018

Intonacare un muro

Capita spesso di dover chiudere alcune crepe con dello stucco durante i lavori di ristrutturazione o di tinteggiatura di una casa, può succedere però che un lato della crepa sia sopraelevato di qualche millimetro rispetto all'altro, in questo caso ovviamente stuccare la crepa non basta, è il segno che un pezzo di intonaco si è staccato dai mattoni sottostanti e dunque la crepa continuerà a riaprirsi.
Per risolvere il problema bisognerà rimuovere del tutto l'intonaco staccato dai mattoni per poi intonacare nuovamente il muro.
Per prima cosa bisogna quindi procurarsi un martello o meglio una mazzetta ed uno scalpello a punta piatta, cominciare a battere sul muro nel punto vicino alla crepa e far saltare il primo pezzo di intonaco, successivamente bisognerà rimuovere tutto l'intonaco staccato dai mattoni del muro.
pezzo di muro con intonaco rimosso e mattoni a vistaUna volta scrostato il muro arriva la parte interessante, quella in cui bisogna intonacare nuovamente la parte con i mattoni a vista.
Per prima cosa, l'intonaco è composto di due strati, il primo si realizza con una malta, è principalmente riempitivo e per questo è piuttosto spesso ed ha finitura grezza, il secondo materiale invece è a base di gesso, crea uno strato sottile utile per conferire alla parete l'aspetto finale.
Ecco come procedere, bisogna impastare il primo materiale in un secchio aggiungendo solo acqua, in modo che abbia una consistenza abbastanza densa da non scivolare sul muro, prima di applicarlo bisogna inumidire i mattoni per favorire l'adesione della malta, successivamente si applica con una spatola tenendosi 1 o 2 millimetri più bassi dell'intonaco circostante. A questo punto il materiale deve asciugare per circa 24/48 ore.
L'ultima fase è quella del tonachino, così chiamato in gergo edile è il materiale a base gesso che da la finitura definitiva al muro. Prima di applicare l'ultimo strato di intonaco bisognerà carteggiare lo strato sottostante ormai asciutto e pulirlo bene con un pennello inumidito. A questo punto si applica il tonachino lisciandolo nuovamente con la spatola.
Dopo una asciugatura di circa 24 ore il muro intonacato sarà pronto per essere tinteggiato.
Riassumendo:
1) malta per intonaco
2) tonachino
Si trovano in negozi di edilizia come Bricoman o Leroy Merlin.
3) mazzetta
4) scalpello
5) spatola
6) cazzuola (utile per impastare i materiali)
7) secchio per edilizia
Oltre che nei negozi di edilizia si trovano in tutte le ferramenta per una spesa di qualche decina di euro.
Buon lavoro!

martedì 12 dicembre 2017

Bottiglia o barattolo della calma

Nata per essere utilizzata nell'educazione infantile, la bottiglia della calma è un oggetto diventato molto di moda ed affascinante anche per gli adulti.
Le sfere di cristallo con all'interno glitter o neve finta hanno infatti lo stesso identico principio, basta agitarle qualche secondo o girarle a testa in giù per farsi rapire dai magici effetti rilassanti.
In realtà, perché la bottiglia della calma funzioni, può avere forme diverse, come anche gli oggetti all'interno possono essere diversi.
Oltre ai glitter od alla neve finta si potrebbero usare dei dadi colorati, petali di fiori o qualunque altra cosa l'immaginazione possa concepire.
barattolo di vetro con led blu in acqua con glitterCome realizzare la bottiglia della calma
Il processo è semplice, e servono pochi elementi:
1) bottiglia / barattolo
2) acqua
3) glitter di due o tre colori
4) sapone non schiumoso o glicerina liquida
5) colorante alimentare
La glicerina, che si può acquistare in farmacia per pochi euro, serve per aumentare la densità del liquido così che i glitter si depositino sul fondo più lentamente.
Basterà riempire a metà il recipiente scelto con acqua, poi si aggiunge il sapone o la glicerina e il colorante alimentare fino a riempire il recipiente, lasciando circa un dito di spazio.
Infine si aggiungono i glitter.
Raccomando ovviamente di usare colla a caldo o altro tipo di colla per sigillare il tappo della vostra bottiglia.
Buon divertimento

mercoledì 18 ottobre 2017

Deviatori e Invertitori

Negli impianti elettrici moderni, le esigenze di accendere e spegnere una luce da diversi punti della casa sono la normalità. Nei corridoi, ad esempio, si installano almeno due comandi, uno da un lato e uno all'opposto. Nelle camere da letto invece si può installare un comando all'ingresso della stanza ed uno vicino al letto.
Ma come si scelgono i comandi da usare? E come si collegano?
I Deviatori
foto di deviatore bianco con cornice colorataSembrano identici agli interruttori (di cui parlo in questo post), ma la differenza sta nel funzionamento meccanico; mentre gli interruttori aprono e chiudono un circuito, i deviatori "deviano" da un circuito ad un altro.
Questi meccanismi servono per poter comandare una luce da due punti della casa, ma vanno sempre usati in coppia, ovvero entrambe i comandi della luce dovranno essere deviatori.
Inoltre a differenza degli interruttori, nella parte posteriore presentano tre morsetti e non solo due.
Ecco come vanno collegati; intanto anche i deviatori agiscono solo sulla fase (marronenero o grigio), per collegare correttamente i deviatori bisogna prendere la fase che arriva dalla lampadina e collegarla al morsetto centrale posto dietro al deviatore, dagli altri due morsetti più esterni devono partire altri due fili che andranno agli stessi morsetti del secondo deviatore e per finire, al morsetto centrale del secondo deviatore andrà collegata la fase che arriva dall'impianto già esistente.
Gli Invertitori
Vengono usati insieme ai deviatori e servono per comandare una luce da tre punti della casa. Nella parte posteriore presentano quattro morsetti e schematicamente vanno posti in mezzo ai due deviatori.
Il loro collegamento è semplice, i due fili che partono dai morsetti esterni del primo deviatore andranno prima ai due morsetti di un lato dell'invertitore, mentre dagli altri due morsetti partono i due fili che vanno al secondo deviatore.

martedì 17 ottobre 2017

Gli interruttori

Gli Interruttori
Sono comandi semplici, si usano per accendere e spegnere la luce da un solo punto. Il loro funzionamento è semplice, aprono o chiudono meccanicamente un circuito.
Gli interruttori si collegano solo sulla fase (linea) e hanno solo due morsetti, su uno, indifferente quale dei due, si collega il filo che arriva dalla lampadina e l'altro filo sull'altro morsetto.
Dunque, mentre il filo di terra (giallo/verde) e il neutro (blu) vanno direttamente alla lampadina, la fase (marrone, grigio o nero) passa per l'interruttore.
foto di interruttore bianco con cornice colorataEsistono interruttori detti bipolari, hanno la particolarità di agire contemporaneamente sia sulla fase che sul neutro e infatti sul retro presentano quattro morsetti. Si usano solitamente per comandare prese alle quali si attaccano elettrodomestici quali scaldabagno, frigoriferi, lavatrici, ecc. Gli interruttori bipolari si riconoscono, oltre che per il numero di morsetti, quattro anzi che due, per avere l'indicazione 0/1 sul tasto.
I due produttori più conosciuti in Italia per questi compnenti sono bTicino e Vimar

domenica 24 settembre 2017

Le pitture murali

Le pitture murali sono disponibili sul mercato in più varianti e con diverse fasce di prezzo. Le più economiche sono solitamente le tempere, una volta asciutte lasciano una polverina se ci si strofina contro e infatti tendono a sbiadire nel tempo. Le traspiranti invece, sono pitture perfette in bagni, cucine e ovunque si formi molta umidità, questa vernice permette infatti al muro di "respirare" riducendo la formazione di muffe.
Le lavabili sono pitture che si prestano molto bene alla colorazione e che consentono la pulizia del muro senza perdita di colore.
Importantissimo nella scelta di questi tre materiali è il colore: se si vuole tinteggiare una parete con colori tenui, si può usare qualunque materiale, ma per i colori forti e molto accesi è indicata solo la vernice lavabile.
muro con pittura a rettangolo viola centrale e cornice di vernice neraCi sono poi pitture speciali come il quarzo, vernice molto coprente e generalmente costosa, utilizzata soprattutto come base per alcune finiture (materiali e tecniche di verniciatura che danno effetti particolari alla tinteggiatura), la cementite consente invece di coprire con facilità vecchie macchie di umidità, macchie di colore giallo, spesso non visibili, ma che vengono fuori solo dopo aver dato una prima mano di vernice. Infine gli smalti, adatti per legno e ferro oltre che per i muri, solitamente usati per termosifoni, ringhiere o luoghi di passaggio quali corridoi e disimpegni. Lo smalto crea infatti uno strato protettivo ed è possibile pulirlo con un semplice panno umido.
Recentemente è uscita una pittura termoisolante, perfetta in case vecchie con muri in pietra e mattoni pieni che tendono ad assorbire e disperdere il calore rendendo difficile scaldare gli ambienti. Questa vernice crea sul muro uno strato in grado di trattenere il calore senza disperderlo e questo facilita il compito all'impianto di riscaldamento.
Da tenere in considerazione è che tutti i materiali appena descritti possono essere specifici per interni o per esterni.
Gli additivi
Gli additivi più comuni per pitture murali sono antimuffa e fissativo.
L'antimuffa, in base alla marca, può servire come trattamento di preparazione dei muri nei punti interessati dalla muffa, quindi dato a pennello prima della tinteggiatura, oppure può essere miscelato direttamente alla vernice.
Il fissativo invece, si usa su muri che tendono a scrostarsi e viene sempre usato prima della tinteggiatura.
Sia l'antimuffa che il fissativo possono essere sostituiti da prodotti più a buon mercato; come antimuffa è possibile usare una miscela di acqua e ammoniaca, ma ovviamente non si potrà miscelare con la vernice, come fissativo invece si può usare una miscela di acqua e colla "Vinavill" (ne esiste un tipo specifico per muri).