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venerdì 1 gennaio 2021

Non solo Watt, cosa guardare per scegliere illuminazioni e lampadine.

E così, ogni volta che si deve scegliere una lampadina, un lampadario ed illuminazioni varie, la domanda è sempre la stessa: ma quanta luce farà?

Icona-lampdina
Icona di una lampadina

Quindi si rischia di passare ore nei reparti illuminazione dei negozi per scegliere fra decine di prodotti che, all'apparenza, sembrano tutti uguali, ma cosa guardare allora per scegliere senza sbagliare?

Il primo "filtro" da applicare alla ricerca è sicuramente quello del tipo di attacco, E14 ed E27 sono quelli a vite, GU10, r7s, ecc., questi sono solo alcuni, forse i più diffusi, ma esistono davvero molti attacchi.

La seconda cosa da guardare per avere la giusta illuminazione è la potenza, questa è espressa in Watt (W), con le vecchie lampadine alogene o, ancora prima, quelle a filamento di tungsteno, era facile avere un' idea perché erano ben suddivise in fasce di potenza 20W, 40W, 50W, 60W e via così, ma oggi, con le lampadine a LED, le differenze di potenza dall'una all'altra lampadina sono minime. Resta un punto fermo tuttavia, tendenzialmente, se i watt sono più alti, la luce sarà più forte.

Altro dato importante quando si parla di illuminazioni sono i Lumen, la definizione tecnica è piuttosto complessa, ma volendo ridurre tutto ad una definizione semplice si può dire che il Lumen è l'unità di misura del fascio luminoso emesso e di conseguenza, a parità di Watt, una lampadina con più lumen darà una migliore illuminazione. Questo dato è importante sia per lampadine a risparmio e neon che per lampadine ed illuminazioni a LED.

Esiste infine un ultimo dato da guardare, anche se più legato ad una questione di gusto personale. La luce emessa dalle illuminazioni a LED può essere molto diversa anche fra due lampadine apparentemente uguali, si parla di temperatura ed è il colore della luce bianca emessa. La luce bianca del LED può infatti essere più gialla (luce calda) se la sua temperatura è inferiore ai 4000k (Kelvin) oppure più azzurra (luce fredda) se ha una temperatura superiore ai 5000k, tutto quello che sta in mezzo è a luce bianca naturale.

venerdì 15 giugno 2018

I chip LED

Esistono LED di diverse forme e misure, ognuno adatto per scopi diversi, in elettronica ad esempio si usano i bulbi LED, in illuminotecnica invece, per creare luci decorative sono molto usate le stripLED, ma per creare luci molto forti come faretti o pannelli i più usati sono i chip LED.
Spessi pochi millimetri e con una base di pochi centimetri, su questi componenti vengono realizzati microcircuiti di LED, hanno potenze che vanno dai 10 ai 100 Watt proiettando un fascio di luce fino a 120° di apertura.
Un chip LED a 12V
 Il grosso problema di questi componenti è dato purtroppo dalla dissipazione del notevole calore che producono, usando un chip LED senza un' adeguata dissipazione del calore questo starà acceso per pochi secondi prima di bruciarsi completamente.
La dissipazione del calore è di tipo statico per evitare ulteriori consumi delle ventole e la tipica rumorosità delle stesse, questo però significa avere dissipatori più grandi e pesanti con effetti su tutta la lampada.
Altro problema dei chip LED è dato dalla loro alimentazione: necessitano di 12V di alimentazione ma, per evitare sfarfallii della luce, devono essere pilotati in corrente.
Significa che i normali alimentatori a 12V stabilizzano la tensione in uscita "aggiustando" la corrente, per i LED servono invece dei driver specifici che in uscita danno una tensione di circa 12V mantenendo una corrente costante.
Anche i LED driver appesantiscono la lampada e la rendono più ingombrante.
Un chip LED a 220V
Negli ultimi mesi sono usciti in commercio chip LED funzionanti a 220V, questo perché, grazie alle nanotecnologie, viene costruito il driver direttamente sullo stesso chip dei LED eliminando di fatto uno dei componenti d'ingombro e semplificando di molto i futuri progetti illuminotecnici.
Resta comunque obbligatorio dissipare il calore prodotto dai chip LED.