giovedì 2 gennaio 2020

Il progetto non è sostenibile, Dyson si arrende!

Avevo già scritto in un post precedente di come il signor Dyson, proprio quello degli aspirapolvere e degli asciugacapelli (giusto per citare due prodotti di punta), volesse entrare nel settore delle auto elettriche.
A dire il vero, quello di Dyson, sembrava più di un progetto, tanto che erano già stati investiti molti soldi in particolare per l'acquisto di un ex aeroporto in Inghilterra, destinato a centro per le prove tecniche dei prototipi delle auto, e per l'acquisto di quello che sarebbe diventato il plant produttivo, situato in territorio asiatico.
Qualche mese fa è poi arrivato il "dietrofront", secondo il team messo su appositamente da Dyson, il progetto "non è sostenibile" e per questo è stato messo in vendita per intero.
Ovviamente la non sostenibilità del progetto era riferita a questioni economiche, il problema sarebbe quello di un costo eccessivo in fase di produzione delle auto, questo richiederebbe un prezzo di vendita troppo elevato e ridurrebbe la nicchia di mercato a cui riferirsi riducendo anche i profitti, tuttavia in molti, forse anche per la dicitura non sostenibile, hanno trovato un nesso con un altro aspetto delle auto elettriche di cui avevo già parlato in un altro post, ovvero il dubbio che queste siano davvero meno inquinanti delle classiche auto con motori diesel o benzina.
Qualunque sia l'idea di "non sostenibilità" resta il fatto che non vedremo in giro per le strade le auto elettriche a marchio Dyson.

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