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giovedì 14 maggio 2020

C'è 5G e 5G

Tutti ormai avremo sentito parlare del 5G, una connessione senza fili superveloce, magari non in questi termini, probabilmente molti avranno sentito parlare degli effetti negativi che questa tecnologia potrebbe far scaturire per via dell'esposizione alle sue onde elettromagnetiche, ma siamo sicuri di aver capito di cosa si tratta?
Prima di addentrarsi nelle spiegazioni tecniche occorre dare alcune definizioni e fare alcune precisazioni.
Tanto per cominciare sarà utile capire cosa sono gli hertz ovvero l'unità di misura della frequenza che indica quante volte un'onda sinusoidale si ripete in un secondo.
Una curva sinusoidale, quella che volgarmente chiamiamo "onda elettromagnetica" di 1 hertz si ripete una sola volta al secondo.
Immagine-esempio-curva-sinusoide
La tensione elettrica nelle nostre abitazioni arriva a 50 hertz ovvero, il valore varia tra 230V e -230V per 50 volte in un secondo.
Ora che abbiamo capito cosa sono gli hertz bisogna capire come questi influiscono sulla capacità delle reti nel trasporto di dati: un'onda più lunga, quindi con una frequenza minore, raggiunge maggiori distanze ma può trasportare meno dati ed è più lenta, al contrario, un'onda più corta è molto veloce e può trasportare molti dati, ma raggiunge brevi distanze e difficilmente oltrepassa gli ostacoli.

Adesso che ci sono i concetti di base possiamo fare una precisazione, se su un modem o un altro apparecchio Wi-Fi si legge 5G questa non è la stessa rete che sarà usata per le reti cellulari dei nostri smartphone! Il 5G dei modem indica infatti una rete Wi-Fi a 5GigaHertz (GHz), uno standard subentrato al "classico" Wi-Fi che funziona a 2,4GHz.
Logo-antenna-5G

La nuova rete che verrà utilizzata per i dispositivi mobili come gli smartphone, invece, pur chiamandosi 5G non funziona con un'onda a 5GHz, in questo caso la G significa infatti generazione.
La rete mobile di quinta generazione non avrà una sola frequenza di funzionamento, ma ben tre, una bassa, una media ed una alta, ognuna sarà destinata ad utilizzi diversi e a dispositivi diversi, in ogni caso il concetto è quello di rendere la rete mobile accessibile non solo agli smartphone ma a tutti i dispositivi controllabili in remoto, un vero IoT (Internet of Things).
La prima frequenza di funzionamento del 5G è intorno ai 700MHz (Megahertz), una frequenza bassa in modo da garantire distanze di connessione più ampie, questa frequenza è attualmente utilizzata per trasmettere alcuni canali del digitale terrestre, da qui è nata la necessità di creare il DVB-T2, un digitale terrestre di nuova generazione che sfrutta frequenze diverse.
La seconda frequenza utilizzata dal 5G è intorno ai 3,7GHz, questa sarà la più usata dagli smartphone predisposti per il 5G, almeno inizialmente.
L'ultima fascia del 5G è la vera novità, usa "onde millimetriche" quindi ad alta frequenza, circa 26GHz, questa frequenza è in grado di trasferire tantissimi dati a velocità fino a 10 volte superiori a quelle del 4G, tuttavia bisogna trovarsi vicinissimi all'antenna di trasmissione per poterne usufruire.

mercoledì 5 febbraio 2020

Internet satellitare, arriva la rivoluzione Starlink

Starlink è uno dei tanti progetti dell'imprenditore americano Elon Musk, certo le connessioni internet satellitari non sono una novità ed esistono già da anni, Eolo ne è un esempio dei più famosi, ma Starlink è una vera rivoluzione.
Il motivo è semplice, le normali connessioni satellitari si basano su singoli satelliti geostazionari, ovvero che orbitano sulla Terra trovandosi sempre sopra la stessa zona del globo ad una distanza variabile tra i 3000 e i 4000 Km, ma proprio da qui ne derivano i limiti, distanze così ampie devono essere percorse due volte dal segnale che porta i dati avanti e indietro e questo genera dei tempi di latenza piuttosto alti pur avendo connessioni veloci.
Punti uniti da linee formano una rete
Starlink invece si basa su una rete di satelliti leggerissimi, circa 200 Kg l'uno, che per questo motivo possono orbitare ad una distanza di circa 500 Km dalla Terra garantendo una connessione ancora più veloce. L'idea di formare una rete di satelliti offre inoltre la possibilità di coprire zone del globo terrestre fino ad ora irraggiungibili con altre tecnologie.
In questi giorni è stato effettuato con successo il quarto lancio di satelliti da parte dall'azienda americana SpaceX dello stesso Elon Musk, questo porta il numero di satelliti già in orbita a 240, ma affinché si possa cominciare a sfruttare la rete bisogna raggiungere almeno le 400 unità. Al momento il progetto Starlink prevede di riuscire ad attivare i primi servizi in Canada e USA tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021.

giovedì 16 gennaio 2020

DVB-T2, il tuo televisore è pronto?

Il segnale TV sta cambiando, dal 1 gennaio 2020 infatti comincia il periodo di transizione dalla prima versione del segnale digitale terrestre alla seconda versione dello stesso, ma come si può capire se il proprio televisore è adatto o bisognerà comprarne uno nuovo?
In teoria, avendo acquistato un televisore nuovo dopo il 1 gennaio 2017, questo dovrebbe essere in grado di ricevere il nuovo segnale digitale terrestre denominato DVB-T2, tuttavia non è da escludere che qualche modello non predisposto a questa tecnologia sia comunque finito in commercio dunque, per verificare se il proprio televisore è in grado di ricevere questo nuovo segnale si può procedere in due modi:

  1. Controllare le specifiche tecniche del proprio apparecchio, sul libretto di uso e manutenzione se disponibile, oppure su internet digitando su un motore di ricerca il codice del modello di televisore riportato sull'etichetta apposta solitamente al pannello posteriore.
  2. Direttamente sui canali di test. In questo caso bisogna per prima cosa risintonizzate i canali, fatto questo sarà sufficiente selezionare il canale 200, su questa frequenza infatti Mediaset ha già predisposto un canale di test su cui gli utenti possono verificare se il proprio televisore è già pronto per ricevere il segnale DVB-T2, presto la Rai predisporrà un suo test sul canale 100.

giovedì 9 gennaio 2020

Hyperloop, presto (forse) in Italia

Avevo già parlato in un post precedente di Hyperloop, una rivoluzionaria idea dell'eccentrico imprenditore americano Elon Musk, un sistema di tunnel sotterranei e tubi sopraelevati all'interno dei quali capsule a lievitazione elettromagnetica spinte da un getto d'aria compressa possono raggiungere velocità superiori ai 1000 Km/h.
Segno di divieto su scritta CO2 e sfondo con fumo
La novità è invece che presto potremmo sperimentare questa geniale tecnologia proprio in Italia, i comuni di Torino e Milano stanno infatti lavorando al progetto e vorrebbero dotarsi proprio del collegamento fornito da questa nuova tecnologia. Ancora non esistono previsioni e tempistiche, ma sicuramente questo tipo di trasporto aprirebbe nuove frontiere di collaborazione fra aziende, risparmio di tempo per i pendolari e maggiori possibilità d'impiego per chi in cerca di occupazione, ma probabilmente renderebbe obsoleta e superata un'opera come quella della TAV.

giovedì 2 gennaio 2020

Il progetto non è sostenibile, Dyson si arrende!

Avevo già scritto in un post precedente di come il signor Dyson, proprio quello degli aspirapolvere e degli asciugacapelli (giusto per citare due prodotti di punta), volesse entrare nel settore delle auto elettriche.
A dire il vero, quello di Dyson, sembrava più di un progetto, tanto che erano già stati investiti molti soldi in particolare per l'acquisto di un ex aeroporto in Inghilterra, destinato a centro per le prove tecniche dei prototipi delle auto, e per l'acquisto di quello che sarebbe diventato il plant produttivo, situato in territorio asiatico.
Qualche mese fa è poi arrivato il "dietrofront", secondo il team messo su appositamente da Dyson, il progetto "non è sostenibile" e per questo è stato messo in vendita per intero.
Ovviamente la non sostenibilità del progetto era riferita a questioni economiche, il problema sarebbe quello di un costo eccessivo in fase di produzione delle auto, questo richiederebbe un prezzo di vendita troppo elevato e ridurrebbe la nicchia di mercato a cui riferirsi riducendo anche i profitti, tuttavia in molti, forse anche per la dicitura non sostenibile, hanno trovato un nesso con un altro aspetto delle auto elettriche di cui avevo già parlato in un altro post, ovvero il dubbio che queste siano davvero meno inquinanti delle classiche auto con motori diesel o benzina.
Qualunque sia l'idea di "non sostenibilità" resta il fatto che non vedremo in giro per le strade le auto elettriche a marchio Dyson.

lunedì 14 ottobre 2019

Il mining di criptovalute

È una nuova tendenza vera e propria, in tantissimi si stanno interessando alla cosa, ma cosa significa minare criptovalute, come si fa e a cosa serve?
Tutte le banche hanno enormi strutture con supercomputer capaci di compiere miliardi di calcoli al secondo, questo per controllare continuamente tutte le transazioni eseguite al fine di evitare errori o truffe.
Questo metodo prevede però la presenza di un organo centrale atto al controllo della valuta, ma il successo delle criptovalute è dovuto anche grazie al fatto che non esiste nessun organo centrale e per questo motivo il controllo e la verifica delle transazioni viene affidato a "volontari" che mettono a disposizione i propri computer per svolgere questo lavoro.
Tutti i dati relativi alle transazioni vengono divisi in blocchi, ogni volta che un blocco viene analizzato chi ha partecipato alle operazioni riceve un compenso ricavato in parte dalle commissioni sulle transazioni ed in parte dalla creazione di nuova valuta.

Questo è il mining di criptovalute!


Esistono tre modi per fare mining, il primo e quello di farlo in modo completamente autonomo, purtroppo in pochi possono permetterselo perché tutte le criptovalute hanno delle soglie di potenza di calcolo minima richiesta pertanto servono configurazione hardware che neppure i computer gaming possono raggiungere.
Il secondo modo prevede la possibilità di unire la propria potenza di calcolo a quella di altri mediante alcune piattaforme online.
L'ultimo metodo è quello di "affittare" potenza di calcolo che altri mettono a disposizione per raggiungere le soglie minime di potenza di calcolo richieste, questo ultimo metodo è particolarmente rischioso in quanto la possibilità di guadagnare meno di quanto si spenda è molto elevata.
In conclusione, per poter trarre realmente un profitto dal mining, a prescindere da quale dei tre metodi si scelga, è necessario avere computer molto potenti e quindi molto costosi e soggetti a forte usura dovuta all'utilizzo intenso, inoltre il consumo elettrico necessario per il funzionamento di questi PC è piuttosto elevato.
Proprio per questi motivi è sconsigliabile prendere l'attività di mining come un lavoretto da fare nel tempo libero, piuttosto è meglio affrontarlo come una vera e propria attività professionale. Altra cosa fondamentale per poter guadagnare con il mining è scegliere attentamente la criptovalute da minare, sebbene la più conosciuta sia il Bitcoin esistono in realtà tantissime criptovalute, Ethereum, Ripple, Litecoin, sono solo alcuni dei loro nomi e i valori di mercato delle stesse influiscono enormemente sulle possibilità di guadagno.

domenica 26 maggio 2019

Il nuovo Sistema Internazionale (Si)

Il sistema internazionale è il più diffuso sistema di unità di misura su scala mondiale, solo tre stati infatti non lo hanno adottato ufficialmente ovvero USA, Liberia e Birmania.

Il centimetro, chiamato anche rotella metrica o più semplicemente "metro"
Il 20 maggio 2019 si è concluso un processo di rivoluzione del SI, una rivoluzione che ha visto cambiare la definizione di numerose unità di misura che, ancora, erano basate su campioni fisici.
Giusto per citare due dei campioni più famosi, il peso è stata una delle ultime quattro unità di misura ad essere rivoluzionate, era ancora basato sul cilindro di platino-iridio conservato da 130 anni in Francia, ma anche il metro era definito dalle barre chiamate prototipo standard sempre realizzate in platino-iridio.
Adesso le unità di misura si baseranno su costanti fisiche definite da formule matematiche, grandezze immutabili nel tempo.
Intanto la ricerca continua, gli scienziati promettono che nei prossimi anni potremo calcolare il tempo con più precisione e tutta questa rivoluzione ha un enorme beneficio, non tanto nella vita quotidiana, le bilance dei supermercati continueranno a pesare nello stesso modo ed i contachilometri segneranno la distanza percorsa nello stesso modo, ma dal punto di vista scientifico è fondamentale poter definire con formule matematiche le grandezze.

giovedì 2 maggio 2019

Fusione nucleare, un primo passo è stato compiuto

Con l'aumentare dei gas serra e l'insostenibilità dei combustibili fossili è ormai chiaro che bisogna ripensare l'energia del futuro anche perchè la richiesta energetica è sempre maggiore, ma le fonti alternative come l'eolico ed il fotovoltaico stentano a crescere di pari passo. Le politiche applicate alle centrali termonucleari sono invece controverse, esistono paesi, come l'Italia, che sono assolutamente contrari e paesi che invece stanno costruendo nuovi reattori, tuttavia i rischi legati a questa tecnologia sembrano troppo elevati e la produzione di scorie radioattive difficili da smaltire resta un grosso problema.
Simbolo dell'energia nucleare
Una possibile soluzione alle crescenti necessità energetiche e ambientali arriva da una cooperazione scientifica internazionale che, a cavallo tra la Francia e la Cina, ha già compiuto non uno, ma ben due passi verso l'energia pulita del futuro.
Quello di cui si parla è un nuovo modello di reattori nucleari, capaci di generare elevatissime potenze ma senza la produzione di scorie radioattive e senza rischio di catastrofi come quelle di Chernobyl o di Fukushima, questi reattori nucleari sfrutterebbero infatti la fusione nucleare e non più la fissione nucleare.
Purtroppo i tempi di realizzazione del progetto sono ancora lunghi, si parla infatti di un primo impianto a fusione nucleare solo nel 2030, ma del resto il progetto è ambizioso, la fusione degli atomi leggeri di idrogeno si verifica solo a centinaia di milioni di gradi e per poter produrre energia deve poter durare nel tempo, al momento è stata raggiunta una temperatura di cento milioni di gradi in un primo test ed una durata di poco più di un minuto e mezzo nel secondo test, ma si calcola di dover arrivare a centocinquanta milioni di gradi e di poter mantenere questa temperatura costante per tempi "indefiniti".

lunedì 29 aprile 2019

Auto elettriche, è davvero una scelta ecologica?

Ha fatto scalpore, qualche settimana fa, la notizia delle colonnine elettriche per la ricarica delle vetture di Formula E (la versione completamente elettrica della Formula 1) che, durante la tappa italiana corsa a Roma, erano alimentate da generatori elettrici a gasolio. In effetti gli esperti del settore automobilistico forse già avevano alcuni dubbi riguardo l'effettiva convenienza ecologica delle auto elettriche, tesi avvalorata peraltro da diversi studi ed analisi, ultima in ordine cronologico quella del Ces-ifo di Monaco di Baviera che ha messo a confronto le emissioni di una Mercedes con motore diesel e una Tesla model 3.

Ma come può un'auto interamente elettrica inquinare più di un'auto con motore diesel?
Le auto elettriche ecologiche sono a zero emissioni?


  • Innanzi tutto le batterie utilizzate per stoccare l'energia elettrica, la tecnologia odierna ci consegna quelle agli ioni di litio, queste batterie sono però difficilissime da smaltire una volta esaurito il loro ciclo di vita oltre a richiedere enormi emissioni di co2 in fase di produzione, quindi sono inquinanti due volte!
  • La stessa elettricità usata per la ricarica potrebbe essere piú inquinante del gasolio, questo perché circa il 75% del fabbisogno mondiale di elettricità viene coperto da centrali che sfruttano il calore prodotto da combustibili fossili, in particolare il carbone, la fonte combustibile più inquinante, serve ancora il 25% del fabbisogno mondiale.
Dunque la conclusione sembra essere questa, le auto elettriche saranno realmente ecologiche e ambientalmente sostenibili quando anche l'energia elettrica lo sarà.

mercoledì 17 aprile 2019

Stratolaunch, il nuovo gigante dei cieli

Sabato 13 aprile, alle 7 (ora locale) è decollato dal Mojave Air and Space Port della California il più grande aereo mai costruito, lo Stratolaunch.
Due aerei affiancati con ala in comune
Nato da una idea di Paul Allen, cofondatore di Microsoft scomparso la scorso ottobre, il nuovo gigante dei cieli ha un'apertura alare di ben 117 metri, una lunghezza di 75 metri e 15 metri di altezza ed ha rubato il gradino più alto del podio ad un altro gigante, l'Antonov An-225 Mriya.
Lo Stratolaunch non è particolare però solo per le sue dimensioni, a caratterizzarlo sono anche le sue particolari forme, esso può infatti essere paragonato ad un catamarano dell'aria, presenta due fusoliere unite da un'ala centrale e sei motori, tre per lato, sulle due ali esterne.
La particolare forma di questo aereo è dovuta all'utilizzo per cui è stato progettato, in mezzo all'ala centrale è infatti presente un attacco studiato per i razzi spaziali, in particolare quelli costruiti dall'azienda SpaceX, il suo compito non sarà solo quello di trasportare i razzi ma quello di lanciarli.
In particolare il gigantesco aereo dovrà portare i nuovi vettori spaziali ad una altezza di circa 35000 piedi (più di 10000 metri), a quel punto il razzo verrà sganciato e si attiveranno i motori del primo stadio che in pochi secondi consentiranno di vincere la gravità per poi arrivare in orbita terrestre, questo consentirà di evitare la delicata e più dispendiosa operazione del lancio da terra.
I primi test del velivolo dunque sono riusciti, ma poiché avvenuti a quote più basse e senza carico ci si aspettano altre prove prima dell'ufficiale entrata in servizio.

domenica 14 aprile 2019

Buchi neri, la "foto" del secolo

10 aprile 2019, la prima "foto" di un buco nero di cui è visibile l'orizzonte degli eventi.
In realtà non si tratta propriamente di una foto, piuttosto è una immagine ottenuta dalla mappa delle onde radio emesse da un buco nero mentre sta ingoiando un disco di gas.
Immagine simile a quella del buco nero rilasciata dall'EHT
Il buco nero osservato è distante 55 milioni di anni luce dal nostro pianeta ed è grande circa quanto sette miliardi di soli.
Per ottenere questa immagine, definita la foto del secolo, è stata necessaria la collaborazione di circa sessanta istituti di ricerca in tutto il mondo e di ben otto radiotelescopi sparsi per il globo terrestre.
Il grande team di ricerca costituito ha preso il nome di Event Horizon Telescope e per mettere insieme i dati ottenuti dagli otto radiotelescopi e trasformarli in immagine sono stati impiegati due anni di lavoro con un apposito algoritmo.
L'immagine ottenuta è stata fondamentale per confermare ciò che i calcoli matematici dicevano da anni ovvero l'esistenza dei buchi neri ed il loro funzionamento, inoltre è stato possibile, sempre grazie alla prima foto del buco nero, stabilire ancora una volta che la teoria della relatività generale di Albert Einstein è giusta.
Dunque tutto ciò che oltrepassa il confine del buco nero ovvero il suo orizzonte degli eventi viene risucchiato al suo interno, satelliti, pianeti, asteroidi, gas, polvere, ma non solo, anche la luce viene attirata nel vuoto cosmico senza più poterne uscire.

venerdì 15 marzo 2019

Veicoli spaziali del futuro

Proprio in questi giorni si è conclusa con successo la missione spaziale targata NASA e denominata Demo-1, protagonista è stato il nuovo veicolo spaziale Crew Dragon dell'azienda privata SpaceX il quale patron è lo stesso di Tesla, Elon Musk. All'interno della navetta si trovava, oltre ad un carico di rifornimento per la ISS, un manichino coperto di sensori, grazie a lui si saprà a quali forze saranno soggetti gli astronauti in carne ed ossa che viaggeranno sulla navetta. In estate è prevista la missione Demo-2, ma questa volta l'equipaggio sarà formato da due veri astronauti attualmente impegnati nel l'addestramento.
Stelle e pianeti nello spazio
Grazie a Crew Dragon e ad un altro veicolo progettato dalla Boeing, l'agenzia spaziale americana spera di dire addio alla costosa navetta russa Soyuz utilizzata dopo la dismissione dello storico Space Shuttle, ma non solo, se anche la missione Demo-2 avrà successo si entrerà ufficialmente nell'era dei voli spaziali commerciali.

sabato 23 febbraio 2019

Nuova estensione di dominio .dev

Proprio nelle ultime ore BigG ha reso disponibile, attraverso il servizio Google Domains, la registrazione di domini con la nuova estensione .dev (developer).
Elenco di estensioni di dominio per siti
Se agli albori di internet le estensioni di dominio erano molto ridotte, dopo la liberalizzazione concessa dall'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) si è assistito al fiorire di estensioni, talvolta anche fantasiose, che contribuiscono a canalizzare siti e domini con finalità diverse, esempio .com per siti commerciali, .biz per chi tratta di business, .org per le organizzazioni e così via.
Anche la nuova estensione .dev ha lo scopo di creare un "tetto" sotto cui catalizzare community di programmatori e risorse utili agli sviluppatori.

giovedì 14 febbraio 2019

E se scoppiasse una guerra digitale?

Sembra assurdo, eppure qualcuno si sta preparando a questa eventualità.
Il World Wide Web o più semplicemente internet è di fatto una rete mondiale, dati ed informazioni di qualunque tipo, accessibili ovunque, 7 giorni su 7, 24 ore su 24 e c'è di tutto, foto, video, programmi, testi, ma non solo.
Codice binario casuale
Internet è utilizzato per la gestione a distanza di apparecchiature elettroniche, non solo in ambito civile ma anche in ambito militare, satelliti, veicoli teleguidati come i droni, antenne, radar, persino intere piattaforme di lancio missilistiche.
Immaginando di essere nel mezzo di una guerra, pensate quali ripercussioni potrebbero esserci se un paese potesse controllare tutto del nemico, dagli armamenti più all'avanguardia ai mezzi di stampa agli impianti di approvvigionamento idrico e a quelli di produzione elettrica.
Proprio per scongiurare questo pericolo la Russia sta valutando di creare una propria rete statale in modo da tenere lontano da occhi indiscreti tutte le informazioni più riservate.
Ovviamente, in condizioni normali, la rete statale russa sarebbe collegata comunque con il classico World Wide Web funzionando come se fosse una grande rete LAN, ma in caso di attacco informatico o di guerra potrebbe isolarsi e garantire il funzionamento in modo del tutto alternativo al classico Web, in questo modo tutto ciò che si trova all'interno della Russia continuerebbe a funzionare e sarebbe al riparo da possibili attacchi esterni.

lunedì 28 gennaio 2019

Dyson: dagli aspirapolvere alle auto

Diventato famoso per le aspirapolvere prima e più recentemente per i phon e accessori per capelli, passando anche per i purificatori d'aria e gli asciugamani, adesso il marchio Dyson si prepara ad una nuova sfida, una gamma di auto elettriche.
Finto prototipo di auto aspirapolvere
Circa due miliardi e mezzo di euro sono stati spesi dal signor Dyson per costruire il primo centro di produzione industriale della sua nuova gamma di auto elettriche a Singapore e per ristrutturare un aeroporto militare dismesso in Inghilterra dove sorgerà il centro di ricerca e sviluppo e la pista di collaudo con tanto di collinette, tratti veloci e tratti fuoristrada.
Molto importante anche la ricerca che Dyson sta effettuando su batterie a stato solido particolarmente affidabili.
La produzione delle auto dovrebbe cominciare nel 2020 e, stando alle prime indiscrezioni che girano sul web, sarà un prodotto di fascia alta con un prezzo superiore ali 100000 euro.

martedì 15 gennaio 2019

Il computer quantistico esce dai laboratori

Presentato da IBM al CES, fiera tecnologica di Las Vesgas, il primo computer quantistico per uso commerciale.
Una rivoluzione nel mondo della tecnologia informatica, utilizzati fino ad ora solo nei laboratori di ricerca, potremmo presto vedere il "System One" di IBM in uffici, scuole ed università, studi di grafica o di progettazione.
Icona Q del System One IBM
Nella costruzione del primo computer quantistico destinato al commercio c'è anche una azienda italiana che ha realizzato la teca in vetro che contiene il cuore tecnologico e lo protegge da umidità, pressione, vibrazioni e qualunque altro agente esterno possa interferire con il funzionamento dello stesso.

giovedì 10 gennaio 2019

Il volto segreto della luna

Il 3 gennaio scorso, per la prima volta, un lander lunare è atterrato sulla faccia nascosta della luna.
È stato lanciato dall'agenzia spaziale cinese e la missione si chiama Chang'e 4.
Il nostro satellite naturale, per via della rotazione sincronizzata con il moto terrestre, ci mostra sempre lo stesso emisfero tenendo "segreta" circa il 41% della sua superficie.
Luna piena con poche nuvole
Al 1959 risalgono le prime foto dell'emisfero nascosto della luna ad opera della sonda sovietica Luna3, tuttavia era americano il primo equipaggio che osservò con i propri occhi il volto segreto della luna.
Il motivo di questo ritardo nell'esplorazione della luna nascosta è dovuto alla mancanza di comunicazioni di qualunque tipo fra la Terra e la parte più distante del satellite.
L'agenzia spaziale cinese, per riuscire nell'impresa, ha preparato questa spedizione posizionando un satellite artificiale in orbita alla luna in grado di garantire un ponte radio continuo.
Il lander ed il rover cinesi eseguiranno vari esperimenti, analizzeranno campioni del suolo ed invieranno numerose foto.
L'esperimento piú interessante è rappresentato da una biosfera al cui interno si trovano alcuni semi, uova del baco da seta e sostanze nutritive.
Questo esperimento servirà per provare una forma di coltivazione lunare in un'ottica di creazione di una stazione spaziale fissa sul satellite e dunque una vera e propria colonizzazione.
Alcuni ricercatori sono anche al lavoro su campioni di ghiaccio e suolo al fine di creare un calcestruzzo lunare.
Luna velata in un cielo nuvoloso
Le idee di utilizzo della luna sono molte, dallo sfruttamento minerario a quello energetico, sul nostro satellite si trova infatti l'elio-3, gas che potrebbe essere utile nella fusione a freddo, una ditta giapponese propone invece un grande parco fotovoltaico lunare per inviare sulla Terra l'intero fabbisogno energetico mondiale attraverso le microonde.
Infine restano attivi diversi progetti per la creazione di basi spaziali sia sulla superficie che in orbita lunare, impianti che sarebbero destinati alle esplorazioni dello spazio profondo e dei pianeti più distanti del nostro sistema solare.

martedì 1 gennaio 2019

Crociere ecologiche entro il 2030

Emissioni ridotte del 40% entro il 2030, questo è l'impegno formale della Clia, l'associazione internazionale del settore crocieristico, impegno che va nella stessa direzione di quello dell'Organizzazione Marittima Internazionale ovvero di ridurre a zero le emissioni di carbonio da parte di tutta l'industria navale entro la fine del secolo.
Simbolo di divieto CO2 su sfondo con fumo
La Clia si è anche impegnata a fornire aggiornamenti annuali in merito al progresso dell'iniziativa ed ha indicato inoltre che la riduzione delle emissioni delle navi da crociera sarà calcolata sulla base dei dati del 2008, dunque un obiettivo ancora più difficile da raggiungere visto che negli ultimi dieci anni il numero di navi e passeggeri è quasi raddoppiato.
Per capire ancora di più quanto sia importante l'iniziativa del Clia bisogna pensare che una sola nave da crociera può arrivare ad avere motori da centinaia di MW (megawatt), può emettere fino a 450Kg di particolato al giorno ed inquina quanto una intera città di medie dimensioni.

giovedì 27 settembre 2018

Motori diesel, siamo alla fine!

Fino a pochi anni fà nessuno poteva immaginare che la fine dei motori diesel nel mondo delle auto sarebbe arrivata così presto, le alternative esistevano già, certo, ma nessuna casa costruttrice sembrava avere il coraggio di investire con decisione su alimentazioni alternative.
Simbolo di divieto sulla scritta diesel
Oggi invece lo scenario è completamente diverso, nel giro di pochi anni la situazione si è ribaltata e molte case automobilistiche hanno diretto gli investimenti verso lo sviluppo di propulsori ibridi ottenendo grandi risultati in termini di prestazioni ed efficienza.
Il caso "dieselgate" del 2015 è stato forse uno degli eventi più incisivi per la fine delle motorizzazioni a gasolio, a bordo delle auto del gruppo Volkswagen l'agenzia di protezione ambientale americana riscontrò l'utilizzo di alcuni software che "taroccavano" le emissioni nocive dei motori al fine di rientrare nei limiti di legge, salvo poi che, durante l'utilizzo reale, questi limiti venivano superati anche di 40 volte.
Questo evento ha dato il via ad una presa di coscienza e di posizione sempre più pesante nei confronti del diesel che ormai, in molte città europee, è già stato messo al bando.
Da qui le decisioni delle case automobilistiche, alcune che fermeranno presto la produzione dei motori alimentati a gasolio, altre che promettono di svilupparne modelli sempre più piccoli aiutati da motori elettrici sempre più efficienti.
Insomma il mercato sembra segnato, tanto che cominciano a vedersi i primi incentivi verso i modelli di auto ibride e questo costringe tutti ad interrogarsi sul futuro della propria auto e sulla scelta della prossima vettura.

giovedì 13 settembre 2018

Inserire sito in Google News

Se avete un vostro blog quello che sto per dirvi sarà sicuramente interessante.
Infatti, se fra le varie tipologie di articoli avete l'abitudine di scrivere vere e proprie notizie potreste richiedere l'inclusione del vostro blog nel circuito Google News.
Google News mostra agli utenti Google notizie contestualizzate sulla base degli interessi con un algoritmo simile a quello utilizzato per mostrare gli annunci di AdSense.
Immagine con scritta breaking news
Prima di richiedere l'inclusione del vostro sito al centro editori di Google News bisogna compiere alcuni passi però.
Per prima cosa bisogna collegarsi alla search console, la pagina dedicata ai proprietari di siti e blog, qui la prima cosa da fare è quella di verificare il vostro sito ovvero collegare il sito web alla vostra mail di Google. I metodi per la verifica del sito sono 4 e sono descritti nella stessa pagina.
Da Google Search Console, una volta che la proprietà è stata verificata, è anche possibile richiedere l'indicizzazione del proprio sito.
Completati questi due passaggi è possibile tornare alla pagina del centro editori di Google News, nella parte in basso saranno visualizzati i siti di cui é stata verificata la proprietà e basterà cliccare sul pulsante "richiedi inclusione" posto affianco all'indirizzo web.
Per completare la richiesta bisognerà compilare un form in cui inserire anche l'indirizzo della pagina all'interno del proprio sito in cui si trovano le notizie, quindi é necessario che queste siano contraddistinte da apposite etichette o tag.
La richiesta di inclusione viene esaminata da Google in tempi che variano da 1 a 3 settimane.
Se l'articolo é stato interessante, per favore, condividilo, potrebbe tornare utile anche ad altri!