giovedì 27 settembre 2018

Motori diesel, siamo alla fine!

Fino a pochi anni fà nessuno poteva immaginare che la fine dei motori diesel nel mondo delle auto sarebbe arrivata così presto, le alternative esistevano già, certo, ma nessuna casa costruttrice sembrava avere il coraggio di investire con decisione su alimentazioni alternative.
Simbolo di divieto sulla scritta diesel
Oggi invece lo scenario è completamente diverso, nel giro di pochi anni la situazione si è ribaltata e molte case automobilistiche hanno diretto gli investimenti verso lo sviluppo di propulsori ibridi ottenendo grandi risultati in termini di prestazioni ed efficienza.
Il caso "dieselgate" del 2015 è stato forse uno degli eventi più incisivi per la fine delle motorizzazioni a gasolio, a bordo delle auto del gruppo Volkswagen l'agenzia di protezione ambientale americana riscontrò l'utilizzo di alcuni software che "taroccavano" le emissioni nocive dei motori al fine di rientrare nei limiti di legge, salvo poi che, durante l'utilizzo reale, questi limiti venivano superati anche di 40 volte.
Questo evento ha dato il via ad una presa di coscienza e di posizione sempre più pesante nei confronti del diesel che ormai, in molte città europee, è già stato messo al bando.
Da qui le decisioni delle case automobilistiche, alcune che fermeranno presto la produzione dei motori alimentati a gasolio, altre che promettono di svilupparne modelli sempre più piccoli aiutati da motori elettrici sempre più efficienti.
Insomma il mercato sembra segnato, tanto che cominciano a vedersi i primi incentivi verso i modelli di auto ibride e questo costringe tutti ad interrogarsi sul futuro della propria auto e sulla scelta della prossima vettura.

mercoledì 19 settembre 2018

Costruire un' insegna a bandiera a led

Le insegne a bandiera offrono ottima visibilità per tutte le attività commerciali e volendone creare una propria illuminata a LED ecco come fare.
Prototipo di insegna in plexiglass e led

Per prima cosa bisogna procurarsi le lettere che comporranno la scritta, i materiali migliori a tale scopo sono il plexiglass (trasparente) o l'opalina (bianco opaco), volendo una scritta colorata è possibile apporre su entrambi i materiali alcune pellicole colorate e trasparenti.
Per procurarsi la scritta è possibile rivolgersi a varie attività che forniscono lastre e tubi in materie plastiche e plexiglass.

Infine bisogna procurarsi una striscia di led lunga almeno due volte la scritta, due spezzoni di piattina elettrica con cavi da 0,75mm massimo, due profili a U in alluminio, uno con dimensioni 1X1,5 cm e l'altro di 1,5X1,5 cm e una barretta filettata con quattro dadi.

A questo punto è possibile passare all'assemblaggio del tutto ed ecco come procedere, si comincia tagliando due pezzi uguali della striscia a led e saldando i due spezzoni di piattina elettrica, è fondamentale ricordarsi quale filo è collegato al positivo e quale al negativo quindi, se i due fili della piattina sono dello stesso colore è possibile lasciarne uno dei due leggermente più corto dell'altro. È consigliabile coprire il punto della saldatura con della guaina termorestringente.
Adesso bisogna tagliare due pezzi lunghi quanto la scritta dal profilo a U da 1X1,5, praticare due forellini alle estremità in cui successivamente dovrà passare la barretta filettata ed applicare i led tra i due fori.
Per completare l'assemblaggio bisogna comporre la scritta infilando le lettere di plexiglass nel profilo a U precedentemente preparato con i led e unire i due profili a U con due pezzi della barretta filettata e stretti con i bulloni.
Il profilo a U avanzato, quello da 1,5X1,5 cm, servirà proprio per coprire la barretta filettata ai due lati della scritta e per dare la stessa finitura a tutta la cornice.
A questo punto l'insegna a bandiera è pronta e può essere installata.
Infine alcuni consigli, scegliere un carattere con linee sottili per la scritta è consigliabile per avere meno resistenza al vento e quindi rischio di rottura più basso, inoltre più la scritta sporge dal muro e più serviranno sostegni resistenti. L'ultimo consiglio è di usare due spezzoni di cavo lunghi abbastanza da arrivare al trasformatore 12V senza bisogno di giunte.

giovedì 13 settembre 2018

Inserire sito in Google News

Se avete un vostro blog quello che sto per dirvi sarà sicuramente interessante.
Infatti, se fra le varie tipologie di articoli avete l'abitudine di scrivere vere e proprie notizie potreste richiedere l'inclusione del vostro blog nel circuito Google News.
Google News mostra agli utenti Google notizie contestualizzate sulla base degli interessi con un algoritmo simile a quello utilizzato per mostrare gli annunci di AdSense.
Immagine con scritta breaking news
Prima di richiedere l'inclusione del vostro sito al centro editori di Google News bisogna compiere alcuni passi però.
Per prima cosa bisogna collegarsi alla search console, la pagina dedicata ai proprietari di siti e blog, qui la prima cosa da fare è quella di verificare il vostro sito ovvero collegare il sito web alla vostra mail di Google. I metodi per la verifica del sito sono 4 e sono descritti nella stessa pagina.
Da Google Search Console, una volta che la proprietà è stata verificata, è anche possibile richiedere l'indicizzazione del proprio sito.
Completati questi due passaggi è possibile tornare alla pagina del centro editori di Google News, nella parte in basso saranno visualizzati i siti di cui é stata verificata la proprietà e basterà cliccare sul pulsante "richiedi inclusione" posto affianco all'indirizzo web.
Per completare la richiesta bisognerà compilare un form in cui inserire anche l'indirizzo della pagina all'interno del proprio sito in cui si trovano le notizie, quindi é necessario che queste siano contraddistinte da apposite etichette o tag.
La richiesta di inclusione viene esaminata da Google in tempi che variano da 1 a 3 settimane.
Se l'articolo é stato interessante, per favore, condividilo, potrebbe tornare utile anche ad altri!

domenica 9 settembre 2018

Ecoship, la prima nave da crociera eolica

Anche nel settore dei trasporti marittimi, come precedentemente in molti altri settori, ci si è cominciati ad interrogare sul possibile utilizzo di tecnologie alternative e rinnovabili e motori ibridi.
Il presupposto è che, secondo l'IMO (Organizzazione Marittima Internazionale), oggi solo il 4% dell'emissione dei gas serra dipende proprio dal trasporto marittimo e questo dato è destinato ad aumentare del 72% entro il 2020 se non verranno prese delle contromisure.
Da qui alcune compagnie hanno iniziato ad adeguare le proprie navi rendendole più "ecologiche".
La compagnia finlandese Viking Lines ha aggiunto alla sua ammiraglia, la nave traghetto Viking Grace, una vela-rotore capace di generare energia eolica, questo accorgimento, unito all'utilizzo di motori a gas naturale liquido la rende di fatto una nave passeggeri estremamente ecologica.
Intanto in Giappone la Eco Marine Power sta sviluppando un progetto per applicare vele eoliche e pannelli solari sulle gigantesche navi da carico, i test potrebbero indicare un abbattimento delle emissioni di circa il 40% e questo rappresenterebbe una svolta incredibile in questo settore.
Disegni della nave da crociera eolica Ecoship
E infine nel 2020 dovrebbe arrivare Ecoship, la prima nave da crociera alimentata anche questa da vele eoliche e pannelli fotovoltaici, questi sistemi, uniti ad un design innovativo ispirato alle forme delle balene, dovrebbero garantire una riduzione di consumi ed emissioni del 50%.
Ecoship verrà utilizzata per crociere didattiche nell'ambito dell'ecosostenibilità e come nave laboratorio per ricerche scientifiche in mare.

mercoledì 5 settembre 2018

Il più grave black-out italiano

Non so quanti di voi lo ricordano, ma il più grave black-out della storia in Italia fù quello del 28 settembre 2003.
Saetta simbolo di elettricità sotto simbolo di divieto
Erano circa le 3:00 del mattino e la rete italiana stava importando il 25% del carico totale.
La catena di eventi che portò al black-out totale ebbe inizio per causa di un albero che, essendo troppo vicino ad una delle due reti ad altissima potenza provenienti dalla Svizzera, provocò un arco elettrico scaricando a terra e mandando in protezione la linea.
A questo punto tutta la corrente proveniente dalla Svizzera si riversò sull'unica altra linea disponibile sovraccaricandola e mandando in protezione anche questa.
Gli operatori svizzeri chiesero dunque al gestore di rete italiano di ridurre i consumi di 300Mw, alle 3:21 la rete italiana rientrò nei consumi contrattualizzati con la Svizzera, ma pochi minuti dopo la richiesta di corrente ricominciò a salire.
Alle 3:25 entrambe le linee ad altissima potenza si staccarono nuovamente, una per scarica a terra e l'altra per sovraccarico.
Non potendo più importare corrente dalla Svizzera, tutto il carico richiesto dalla rete italiana andò sulle linee di collegamento con la Francia, ma anche queste andarono in sovraccarico e gli interruttori di protezione si aprirono.
Da qui partì un conto alla rovescia di 2 minuti e 30 secondi al termine dei quali si ritrovò al buio tutta la nazione.
Cominciarono infatti diversi sbalzi di tensione su tutta la rete e la frequenza nominale che è di 50Hz cominciò a scendere.
Entrarono in atto i diversi livelli di protezione dettati dal gestore italiano:
1 Si staccaronno le stazioni di pompaggio e le linee di esportazione verso Austria e Slovenia.
2 Vennero diminuiti i consumi e richiesto alle centrali di aumentare la produzione.
3 Le centrali idroelettriche e termoelettriche che non riuscirono ad aumentare velocemente la produzione furono isolate dalla rete.
4 Infine sopravvenne il distacco totale delle centrali elettriche ed il conseguente collasso della rete.
Il black-out fu risolto gradualmente ed in tempi molto lunghi, alle 9:00 era stata ripristinata la situazione in nord Italia, tra le 16:00 e le 17:00 in centro, alle 19:00 al sud, infine alle 22:00 fu ripristinata la situazione anche in Sicilia.
Solo la Sardegna si salvò dal peggior black-out della storia d'Italia in quanto ell'epoca godeva di una propria rete elettrica indipendente.

domenica 2 settembre 2018

Sorpasso di Huawei su Apple

È ormai ufficiale, i cinesi di Huawei hanno superato le vendite della concorrente Apple nel comparto smartphones e sono adesso secondi solo al colosso coreano Samsung.
Loghi di Huawei e Honor
Il sorpasso avviene in un momento in cui il mercato dei dispositivi elettronici portatili è in calo, ma nonostante questo, grazie alla gamma "low cost" Honor e ai nuovi smartphones di fascia alta, il colosso cinese Huawei ha espugnato l'Europa ed incrementato le vendite.
Certo, il primato Samsung è sempre difficile da battere e resta in testa non di poco, ma del resto fino a pochi mesi fa nessuno si aspettava che Huawei potesse scavalcare Apple e l'aggressività del marchio cinese sul mercato non accenna a diminuire e anzi, continua a immettere sul mercato nuovi modelli in tutte le fasce di prezzo.
Inoltre il caso Huawei fa scuola e adesso i concorrenti Apple si dovranno ben guardare dagli altri marchi cinesi emergenti ovvero Xiaomi e Wiko.